martedì 27 maggio 2008

Ricostruzzione in Cina, con prefabbricati in cemento armato, italiani

Prefabbricati italiani in cemento armato ed in legno per la ricostruzione rapida dei fabbricati in Cina e la costruzione di nuove carceri a costi zero

Per la ricostruzione in Cina dei fabbricati distrutti dal terremoto potrebbe essere chiamata la ditta italiana leader nella costruzione e vendita di prefabbricati in cemento armato, prefabbricati facilmente trasportabili per mare ed utilizzabili per la ricostruzione di parte degli edifici e dei capannoni distrutti dal recente terremoto.

La stessa ditta può essere chiamata per la costruzione di nuove carceri con prefabbricati in tempi brevi ed a costi zero se l’operazione di costruire nuove carceri in terreni demaniali come parti delle tenute agricole di Castel Porziano e di San Rossore ed altri terreni demaniali con mura di cinta sufficientemente alte da impedire la fuga e tali da nascondere completamente le stesse carceri, viene accompagnata dalla vendita rateale delle vecchie carceri disumane e più costose per la gestione; le nuove dotate di ampi spazi dai 5 ai 10 ettari potrebbero contenere al loro interno orti e piccole costruzioni per gruppi di 7 – 10 carcerati; si risolverebbe il problema dell’ora d’aria e le celle troppo piene; infatti le nuove carceri potrebbero contenere un numero doppio di celle rispetto alle vecchie da vendere e per le quali vanno approvati varianti urbanistici per poterle trasformare in residence ed appartamenti.

Sulle aree sismiche della Cina le fondazione dei prefabbricati in cemento armato dovrebbero appoggiarsi su cuscini di gomma piena, costruibili comprimendo le vecchie gomme di scarto degli autoveicoli.

Infine il Ministro di Grazia e Giustizia dovrebbe fare un appello nelle pubblicità televisive della Presidenza del Consiglio ai superstiti, mi auguro che qualcuno sia ancora in vita, a presentarsi in televisione per raccontare il fatto dei prigionieri italiani fatti prigionieri all’inizio della seconda guerra mondiale che furono sistemati in grandi campi di concentramento a Nuova Deli dall’esercito inglese; i prigionieri italiani si fecero spedire dall’Italia patate e semi di ortaggi e riuscirono a coltivare ed a sfamarsi nel lungo periodo della prigionia dal 41 alla fine della guerra; una situazione analoga si ebbe anche in Africa. Questo episodio mi è stato raccontato a metà anni 60 dal tecnico agricolo storico dell’agricoltura ed esperto nelle tecniche di sistemazione del suolo dalle erosioni e dalle alluvioni, Tommaso Del Pelo Pardi. Il lavoro manuale dei campi, le piccole serre e gli impianti d’irrigazione a goccia possono moltiplicare anche di 10 volte la produttività dei terreni agricoli.

Lucio Feliciani Roma

1 commento:

Ferdinando ha detto...

Buon giorno, ha conosciuto Tommaso Del pelo Pardi ?
Ferdinando